Vacanza di tre giorni a Genova; Giorno 2, parte 1: l'Acquario

 
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Eccoci arrivati all'alba del secondo giorno a Genova, sveglia presto e partenza rapida...oggi si visiteranno più mete possibili. Colazione con un gustoso te zenzero e limone e qualche biscotto e si parte. Per fortuna l'aria forte del giorno precedente è sparita, lasciando però un cielo terso e azzurrissimo, anche se ovviamente la temperatura si aggira sui 6 gradi.
Si inizia con l'attrazione che presumo essere la più interessante della giornata: il celeberrimo Acquario di Genova.

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Essendo un lunedì non incontro alcuna fila ad attendermi se non un paio di famiglie che, come me, hanno fatto la scelta strategica di evitare il weekend per questo tipo di visita.
In genere è la tecnica che adotto sempre quando visito una città che non è la mia, il primo giorno è di esplorazione e pianificazione (generalmente il week end), il secondo invece (solitamente in settimana) lo sfrutto per godermi appieno, senza fretta, le mete più interessanti.

Tornado a noi, dopo una prima scalinata che ci introduce all'interno si apre una grande sala, con una sorta di presentazione di quelle epiche, da trailer della Marvel per l'ultimo film insomma. Non siate frettolosi però nel pensare che sia uno di quei musei in cui filmati e spezzoni di documentario siano buttati lì a caso o per sopperire ad una mancanza di materiale.
No no, assolutamente! Qui ci calza a pennello direi.

Non starò qui a parlarvi per filo e per segno di tutto ciò che ho visto durante questa meravigliosa visita, piuttosto mi limiterò a dare spunti, per riflettere insieme a voi su temi che tanto mi stano a cuore e sui quali è stato aperto questo blog

La spettacolarità dell'ambiente ricreato all'interno è sorprendente, vasche enormi e dalle svariate forme, molto ben tenute e curate al meglio.
Praticamente all'inizio, giusto per farci sentire minuscoli, una colonna d'acqua ci mostra delle specie che tanti potrebbero definire “mostruose”...degli scorfani e alcune murene, queste ultime che nuotano in circolo, formando delle spirali ascendenti dal fondale fino alla cima, per poi discendere con il loro caratteristico nuoto sinuoso.

(Premetto subito che lo spessore delle vetrate che ci separano da questi splendidi animali rende molto faticoso fare delle buone foto o riprese, servono alcuni accorgimenti e una buona mano ferma, vista la scarsa luce).

In questo tipo di visite, a parere mio, gioca moltissimo il coinvolgimento che ognuno di noi si trova a provare verso l'ambiente che lo circonda.
La gestione degli spazi in fase di allestimento deve essere perfetta, devono essere bilanciati diversi fattori e tutti in modo da non far annoiare la persona che si accoglie.
Perché dico tutto questo? Perché in tutto ciò ci sono riusciti.
Gli intervalli tra una vasca e l'altra sono spesso occupati da pannelli esplicativi davvero interessanti. Essi infatti danno una visione d'insieme su ciò che si ha davanti e spesso, ci sbattono addosso la realtà dei fatti, come un pugno nello stomaco... ma di quelli che ti fanno ripensare alla cena del Natale 2002. Ma poi arriveremo anche a questo.
Per ora vorrei limitarmi a dare un consiglio ai futuri visitatori, non solo dell'acquario ovviamente, ma di qualsiasi altro luogo che ci offra esperienze simili. Prendetevi sempre i vostri tempi, nessuno vi corre dietro, nessuno vi da un premio se infrangete il record di visitatore più rapido del mese...
Suppongo inoltre che se siete come me venuti da distante non volete di certo tornare a casa con lo stesso bagaglio della partenza...vero? Dunque, affrontate una stanza alla volta, in silenzio e leggendo anche tutto quello che vi è stato messo a disposizione riguardo ad habitat, specie a rischio e iniziative. Vi stupireste sapendo quante specie, tra quelle che avete a pochi metri dal viso, sono in pericolo di estinzione. Siamo davanti a quello che potrebbe essere uno dei pochi ultimi esemplari rimasti al mondo, quell'essere che hai di fronte e ti fissa dall'altra parte come se fossi tu la specie strana da osservare... e forse ha torto?

Parliamoci chiaro, non starò qui a ripetere come stiamo rovinando il pianeta e lentamente portandolo alla distruzione totale, tanto mi pare di capire che all'uomo moderno poco importa che un'intera specie si estingua, che un'area di alcuni ettari di foresta venga spianata, rasa al suolo, per fare spazio a delle super tecnologiche stazioni per l'estrazione del petrolio.
Insomma, è chiaramente più importante alimentare il nuovo suv da millemila cavalli a cui tanti aspirano, piuttosto che mantenere in vita i polmoni del nostro pianeta o quella sottospecie di anfibio amazzonico...tanto a chi importa, tutto ciò è distante da noi.

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Torniamo alla nostra visita ,una sezione davvero ben fatta credo sia la parte relativa ai pinguini. Alcuni potrebbero pensare: “Eh ma sono uccelli, cosa fanno all'acquario?”. Sono uccelli si ma la loro vita si è adattata più che bene alla vita acquatica, sviluppando ossa più pesanti, forma cilindrica e un piumaggio completamente diverso dalla maggior parte dei volatili comuni! (lo so che ci sono una miriade di altre caratteristiche, se le avessi elencate tutte però questo post sarebbe diventato un trattato ornitologico).
Perché vi sto dicendo tutto questo? Perché l'evoluzione di questa fantastica specie animale è messa in luce anche grazie alla conformazione stessa della loro zona, alla quale si accede partendo dal basso con grandi oblò che ci offrono uno scorcio sotto la superficie dell'acqua, sotto il “ghiaccio”. Superata poi questa fase acquatica raggiungiamo, salendo sempre di più e quasi come emergendo dalle profondità, la superficie, dalla quale i pinguini si tuffano, giocano o semplicemente dormono standosene belli belli tranquilli vicino ad una delle tante cascate artificiali.
(Se qualcuno tra voi è un esperto di pinguini lo prego di informarmi, qualora abbia potuto vedere l'acquario, se la loro area è sufficientemente grande e attrezzata per ospitarli e sì, se ve lo state chiedendo mi piacciono le parentesi!)

Ecco un altro esempio di allestimento ben riuscito!

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Non mancano chiaramente i delfini, che trovano posto in un'immensa vasca.
Loro nuotano in coppia, lungo tutto il perimetro della loro zona, venendoti a salutare se ti avvicini al vetro. Poi ho stranamente avuto fortuna! Al mio arrivo la maggior parte dei visitatori era tre sale avanti e sono stato dunque avvantaggiato, la mia vicinanza infatti non era certamente cosi chiassosa o invasiva considerando la moltitudine che immagino popoli questa sala nel week end. E si, sono rimasto incantato da queste creature. Sono rimasto li fermo per un bel po di tempo osservandoli. Li ho visti giocare con un pallone che galleggiava a pelo d'acqua, li ho visti fare capriole e nuotare armoniosamente l'uno a fianco all'altro.
Mi sono allontanato solamente quando i tecnici dell'acquario si sono avvicinati, iniziando i controlli giornalieri.

Subito dopo l'aerea dei delfini troviamo una zona molto particolare. Qualcosa che va oltre lo scopo di mostrare specie a noi sconosciute, vuole metterci di fronte ad una problematica. Ciò di cui parlo è la presenza di plastica nei nostri mari e oceani.  Questo pericolo, ormai diffusissimo e purtroppo molto sottovalutato, non va per nulla ignorato. Ciò che noi adoperiamo giornalmente, spiega il documentario che andava nella sala, può violare e contaminare interi ecosistemi! La plastica, bene di consumo comune ormai da decenni, non viene sempre smaltita nel modo più corretto possibile...anzi. Capita spesso infatti di imbatterci in bottiglie sulle spiagge, tappi...e chi più ne a più ne metta.
Bene, ora noi potremo anche pensare che per un pesce una forma come quella di una bottiglia non ricordi nemmeno lontanamente un pasto succulento...no di certo! Si da il caso però che questo bel materiale non sia indistruttibile. Il continuo infrangersi delle onde, la forza delle correnti e delle maree spinge enormi continenti di plastica, perché sì ci sono zone galleggianti davvero immense, ad un processo di erosione e disgregazione.
Cosa significa? Facciamo l'esempio di una bottiglia di plastica, essa può distruggersi formando, passatemi la parola, “briciole” anche più piccole di 1 mm di diametro. Queste ultime sembrano essere davvero appetitose per le forme di vita presenti nel mare, i pesci più piccoli le ingeriscono inconsapevolmente non capendo la differenza tra una cosa commestibile e una dannosa (come tante persone esatto). Ma non sono solo gli esseri acquatici a nutrirsi di questo scarto, ci sono anche molte specie di volatili.
La cosa peggiore però, oltre l'ignoranza di tutti quei subumani che preferiscono gettare a terra o in acqua un rifiuto piuttosto che nel bidone, è sentire certi commenti.
Ma guarda quanti pezzettini colorati di plastica che ci sono!” tutto sorridendo ovviamente.
...Ma dai! Sembrano proprio delle meduse quei sacchetti colorati! Che carini!”. Questo detto in una delle vasche poste a fianco alle meduse, per mostrare proprio quella somiglianza che inganna molte tartarughe (ma non solo).

Non pensiate siano veri? Nemmeno io quando li ho sentiti lo credevo, pensavo fosse uno scherzo...no, non lo era.

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Purtroppo questa are era temporanea, realizzata in occasione della mostra An ocean free of plastic.

 
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Riferimenti che potrebbero interessarvi:

Progetti di conservazione a cui partecipa l'Acquario: clicca qui, o qui.

Associazioni impegnate nella pulizia degli oceani e nella conservazione delle specie marine: clicca qui, o qui.

 
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